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Le FAQ tecniche

  • La connessione assegna indirizzi ip pubblici o privati? e statici o dinamici?

  • A ogni apparato viene assegnato un indirizzo ip pubblico statico, con il quale l'utente viene riconosciuto in rete, mentre sulla connessione ethernet che collega l'antenna al pc dell'utente, l'indirizzo può essere pubblico o privato, ma sempre statico. In caso di configurazione esterno-statico / interno-privato, non è possibile appoggiare servizi raggiungibili dall'esterno. Per tali servizi è necessario richiedere l'assegnazione di indirizzi statici aggiuntivi.

 

  • Invece di assegnare indirizzi ip, non è possibile/meglio creare regole di Nat/Pat?

  • Premesso che il port forwarding ed il nat sono un sistema che cerca di "mettere una pezza" a una limitazione (non avere un ip pubblico
    direttamente raggiungibile dall'esterno, senza limitazioni), ci sono vari motivi per cui si è scelto di non attivarlo:

    A) L'ip pubblico del router viene utilizzato per vari scopi, tra cui il monitoraggio dell'apparato, l'accesso allo stesso per aggiornamenti,
    manutenzioni, statistiche, etc.
    Un port forwarding totale quindi non è possibile per il semplice motivo che parecchie porte, tra cui alcune dedicate a servizi specifici, come ssh, ftp, http, snmp, che sono appunto utilizzate per la gestione degli apparati, verrebbero redirette verso l'ip interno della rete dell'utente, su cui si è scelto di fare il forward.
    Inoltre un port forward di questo tipo non risolve comunque completamente tutte le problematiche legate all'uso del nat, ed è comunque valido per un solo pc della rete.

    B) Per ovviare alle limitazioni del punto A si potrebbe procedere in due modi: creare un source / destination nat su un indirizzo ip pubblico aggiuntivo differente da quello del router oppure creare un PAT per le sole porte di interesse (sempre che queste comunque non si sovrappongano con quelle utilizzate per la gestione)

    Il secondo punto ha delle limitazioni che penso siano evidenti, oltre al fatto che il costo risorse/uomo nel gestire la cosa è di gran lunga
    maggiore del costo degli ip assegnati.

    Il primo invece fa si che l'instradamento di un singolo ip di questo tipo, oltre a far crescere inutilmente le tabelle di routing interne alla rete crea uno spreco di ip (per assegnare un singolo ip pubblico, la subnet instradabile più piccola sarebbe una /30, con il risultato di sprecare 3 ip pubblici per assegnarne uno).

    Se si aggiunge il fatto che per funzionare senza problemi alcuni servizi, come il voip e alcune vpn, apprezzano molto il non dover passare attraverso un nat, è quindi utile avere direttamente un ip pubblico

    La subnet più piccola assegnabile con un buon equilibrio tra ip usabili / ip usati dal sistema, è una /29 da 8 ip, di cui 5 disponibili.

    Abitualmente si cerca di limitare il numero degli ip pubblici assegnati per motivi che non sono tecnici.

    Riassumendo molto, l'azienda gestore della rete Wolnet è un LIR, quindi ha la gestione completa e diretta degli indirizzi pubblici assegnati.

    Per quale motivo, quindi, crearsi il problema (non avere ip pubblici) per poi inventarsi la soluzione (il nat/pat), quando si può direttamente fare a meno di avere il problema?

    Ovviamente ci sono delle responsabilità nella gestione / assegnazione degli ip, per cui il numero di ip assegnati cerca di essere tenuto
    sempre al minimo indispensabile (anche perchè ci sono controlli), ma se le richieste sono giustificate non ci sono problemi ad esaudirle
    (alcuni utenti che per il lavoro che devono svolgere con la connessione possono avere blocchi anche di 256 ip).

 

  • Il traffico sulle connessioni è gestito?

  • Si, per garantire sempre il massimo possibile delle prestazioni, il traffico viene organizzato e gestito secondo una gerarchia di importanza.

    I servizi che viaggiano su internet, infatti, non si comportano tutti nello stesso modo, in particolare si differenziano fra loro, generalmente, per l'impatto che può avere su di loro la condivisione della banda tra gli utenti.

    Nel caso di un collegamento internet, la banda utilizzata può essere condivisa o meno: se la banda NON viene condivisa significa che ogni utente ha a disposizione una quantità di banda esattamente identica alla velocità massima raggiungibile dalla linea (ossia PCR = MCR, ossia velocità di picco uguale alla banda minima garantita).

    Il vantaggio di queste linee è che garantiscono la disponibilità della banda di picco sempre ed in qualsiasi condizione, lo svantaggio è che i costi sono elevati (in quanto l'utente per avere il 100% di banda disponibile deve ovviamente acquistarla).

    Difficilmente questo tipo di linee ha senso per situazioni diverse da utenze professionali con esigenze estremamente elevate, ed operatori.

    Analizzando l'uso dei collegamenti internet con la sua diffusione, almeno fino a qualche anno fa, si è rilevato che statisticamente non tutti gli utenti si collegano nello stesso momento.

    Inoltre alcuni tipi di uso del collegamento comportano un'occupazione di banda non costante (pensate a quando navigate e visualizzate un sito:

    aprite il sito, quindi trasferite dati, vi mettete a leggere i contenuti del sito, e quindi in quei momenti la connessione non è in uso, e poi riprendete a navigare.

    Oppure nel caso delle mail, vengono scaricate sul pc, le leggete, e quindi la connessione non è impegnata, rispondete, ecc). Da qui il principio di utilizzare linee con capacità di trasferimento e banda realmente a disposizione differenti (ossia con una velocità di picco molto maggiore di quella garantita).

    In queste linee la velocità realmente assegnata all'utente, e per cui l'utente paga, è la banda minima garantita, mentre la banda di picco rappresenta la banda che l'utente può utilizzare perchè non usata dagli altri utenti (perchè non connessi o non impegnati a trasferire dati).

    In questo modo è possibile fornire la possibilità potenziale agli utenti di utilizzare molta più banda di quella realmente acquistata, mantenendo dei costi accettabili.

    Questo principio è stato in parte scardinato con l'avvento (principalmente, ma non solo) del p2p, in quanto viene meno l'elemento fondamentale perchè tutto funzioni, ossia il fatto che ci siano dei momenti in cui gli utenti NON usano la linea.

    Il comportamento tipico nel caso di p2p (ma è assolutamente equivalente per altri tipi di trasferimento dati "massiccio" come l'ftp) è infatti un uso costante, 24h/24h della linea, indipendentemente dal fatto che l'utente stia realmente usando il computer.

    In questo caso il risultato è che la banda inutilizzata non c'è più, il meccanismo cade e si ritorna a dover acquistare realmente la banda che si vuole poter usare. Una delle possibili soluzioni (che non viene da noi adottata), è quella di filtrare i collegamenti in modo da bloccare i trasferimenti dati che creano questo problema (i famosi filtri sul p2p).

    Un'altra possibilità, a nostro avviso più efficace, anche se notevolmente più dispendiosa in termini di lavoro ed apparati necessari, è l'implementazione di una serie di politiche di qos che provvedono a differenziare il traffico a seconda della tipologia, basandosi su tre principi:

    A) Il traffico non è tutto uguale.. ci sono delle applicazioni che risentono in maniera pesante di una eventuale congestione del traffico (vedi il voip ad esempio) e di contro usano pochissima banda, ci sono delle applicazioni che ne risentono in maniera minore, ed occupano un po’ più banda, ad esempio la navigazione, la posta, ecc, ci sono delle applicazioni che per loro natura smuovono una quantità enorme di dati, in maniera continuata, e per le quali avere dei rallentamenti temporanei è sostanzialmente irrilevante al fine del loro funzionamento.

    B) Non viene messo alcun limite all'uso delle linee da parte dei differenti tipi di traffico, quindi qualsiasi tipo di comunicazione può arrivare a raggiungere il picco consentito dalla linea, perché ci sia banda "avanzata" a sufficienza.

    C) A prescindere dalla tipologia di traffico, comunque, in qualsiasi condizione, la qos si applica solo su quella parte di comunicazioni che eccede la banda minima garantita della linea.

    All'atto pratico cosa succede:

    Se ci sono un gruppo di utenti che fanno p2p, questi si divideranno la banda disponibile in maniera equivalente.

    Se un utente si aggiunge per navigare, e si raggiunge la saturazione della linea condivisa, il traffico verrà diviso fra gli utenti in questo modo:

    A) A tutti gli utenti viene resa disponibile una quantità di banda pari alla propria banda minima garantita.

    B) La banda rimanente dal totale, tolti gli mcr = la banda non acquistata dagli utenti, viene divisa fra questi, a seconda del tipo di protocollo (dando priorità ad esempio prima al voip, poi alla navigazione, poi al p2p), e sulla base degli mcr delle varie linee (quindi una linea con 64K di mcr, riceverà il doppio di banda rispetto ad una linea con 32K di mcr).

    Quindi in pratica l'utente che vuole navigare "rosicchierà" da ciascuno degli utenti connessi a fare p2p una fettina di banda, in modo da poter navigare senza problemi, e dando comunque la possibilità agli altri utenti di utilizzare la connessione senza limiti.

    Il processo è attivo istante per istante, su tutte le connessioni attive.

    Se si va a fare un esempio con i numeri l'impatto diventa più chiaro:

    Pensate di avere 50 utenti tutti con 100Kbit di banda garantita e banda massima 4Mbit, connessi a una linea da 10Mbit (Tenete conto che sulla rete ATM su cui sono basate le offerte ADSL/HDSL classiche, Telecom consente un rapporto di sovraccarico massimo di 4:1 , ossia nel caso di una linea da 10Mbit consente di "vendere" e mettere sulla linea fino a 40 mbit di mcr, anche se in realtà sono disponibili solo 10!).

    Se tutti questi 50 utenti si collegano contemporaneamente ciascuno di loro andrà a 200Kbit.

    Supponiamo che uno di loro smetta di fare p2p, e quindi restano 49 utenti connessi.

    Ciascuno dei 49 utenti avrà ora a disposizione circa 205Kbit di banda.

    L'utente che aveva smesso di fare p2p inizia a navigare.
    supponiamo che apra una pagina MOLTO pesante, diciamo di un megabyte (normalmente le pagine sono di qualche centinaio di kbyte al massimo).

    Il sistema a questo punto assegna:

    Prima tutta la banda sulla base degli mcr - 5Mbit quindi sono assegnati a ciascun utente.

    Poi prende la banda rimanente e la divide secondo la priorità data dal tipo di servizio, privilegiando prima la navigazione, e poi il p2p.

    Assegna quindi 3.9Mbit all'utente che sta navigando, in modo da portare la sua banda totale ai 4mbit di picco (100 kbit li ha dalla divisione per mcr di prima), e divide i rimanenti 1.1 mbit tra gli altri 49 utenti che stanno facendo p2p (quindi circa 122 Kbit a testa).

    Appena l'utente che naviga ha finito di scaricare la pagina, tutto viene riportato alla situazione iniziale.

    La situazione (in un minuto) senza qos sarebbe:

    Tempo per aprire la pagina da parte dell'utente che naviga = 50 secondi

    Dati p2p scaricati dagli utenti, per ciascun utente = 1,20 Megabyte

    Con la qos, tenendo conto che l'utente che naviga, con la banda a
    disposizione, impiegherebbe due secondi e mezzo a ricevere la pagina, e solo in quei due secondi e mezzo andrebbe a rallentare i download degli altri, diventerebbe:

    Tempo per aprire la pagina da parte dell'utente che naviga = 2 secondi e mezzo

    Dati p2p scaricati da ciascun utente = 1,18 Megabyte

    Come si vede mentre la differenza per gli utenti che fanno p2p è assolutamente minima, per chi naviga è tutta un'altra cosa.

 

  • Quali sever devo usare per la posta elettronica?

  • Il server di posta in uscita va impostato come smtp.wolnetmail.com, mentre per quello in entrata i casi sono tre: se si utilizza la casella di posta elettronica fornita a pacchetto con la connessione, il server di posta in entrata andrà impostato con mail.wolnetmail.com; se si usa una casella legata ad un proprio dominio andrà usato il server fornito dal provider della posta; se invece si usa una casella gratuita tipo libero, tiscali ecc, si dovrà installare il programma freepops e configurarlo secondo quanto indicato nel manuale del programma.

 

  • Quali sono i server DNS da impostare nel router o nella scheda di rete?

  • Il DNS principale è 80.79.57.129, mentre l'alternativo è 80.79.48.66 o 80.79.48.67

 

  • Per usare il VoIP, si può utilizzare un adattatore telefonico?

  • Tecnicamente si, il consiglio è però di usare un apparato unico che gestisca sia il VoIP che la connessione, questo perchè nel momento in cui si deve effettuare una chiamata, l'apparato "riserverà" alla telefonata una porzione della banda disponibile, riducendo quella riservata alla navigazione. Si riducono così i rischi di effetti quali eco, ritardo, voce metallica ecc.